Pregi e difetti delle benzodiazepine

Lorazepam, diazepam, Tavor, Xanax...

Le benzodiazepine (come lorazepam, diazepam, alprazolam, ma anche le Z-drugs (zolpidem) sono tra i farmaci più usati in Italia per ansia e insonnia. Agiscono potenziando l’effetto del GABA, una sostanza del nostro cervello che “frena” l’attività dei neuroni e favorisce rilassamento e sonno. Non spengono il cervello: amplificano un meccanismo naturale già presente.

I farmaci a pagamento più acquistati in Italia

In Italia sono i farmaci di classe C più acquistati. Le usano più le donne che gli uomini e soprattutto le persone anziane: oltre gli 85 anni ne assume qualcuna circa una persona su 10. I consumi cambiano molto da regione a regione, con numeri più alti al Nord rispetto al Sud.

Non aumentano il sonno ristoratore

Molti insonni raccontano di “non dormire” anche quando in realtà dormono poco ma più di quanto pensano. Le benzodiazepine aiutano anche su questo fronte: migliorano la percezione del sonno e riducono il tempo necessario per addormentarsi. Non aumentano il sonno profondo, ma possono ridurre risvegli e agitazione notturna. I cosiddetti “farmaci Z” (come zolpidem e zopiclone) funzionano in modo simile e spesso hanno meno effetti muscolari e respiratori.

Partire a basso dosaggio

Agiscono velocemente e vengono assorbite in 1-2 ore. Nell’anziano restano più a lungo nell’organismo e possono dare effetti al mattino, ovvero lasciare torpore, sonnolenza, intontimento. Esistono differenze individuali importanti: la stessa dose può essere percepita in modo diverso da persona a persona. Per questo chi inizia una terapia dovrebbe sempre partire da dosi basse e aumentare solo se necessario, sotto controllo medico.

Effetti indesiderati? Molti e importanti

Gli effetti più comuni a breve termine sono:

  • sonnolenza,

  • rallentamento psicomotorio,

  • difficoltà di guida,

  • confusione,

  • amnesie (soprattutto se ci si mantiene svegli dopo l’assunzione o si combina con alcol o altri sedativi).

Sul lungo periodo possono comparire dipendenza, difficoltà di memoria, cadute negli anziani ed effetto rimbalzo alla sospensione. Un 2% circa della popolazione ne fa un uso non medico.

In conclusione

Sono utili per periodi brevi, in caso di insonnia acuta, forte ansia o bisogno di sedazione. Ma non sono la soluzione ideale per l’insonnia cronica, che andrebbe affrontata prima con misure comportamentali, igiene del sonno o supporto psicologico. In questo articolo parliamo di igiene del sonno, un'abitudine sempre da seguire con costanza. In quest'altro invece descriviamo un'alternativa importante, ovvero la melatonina.

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