Svezzamento: come introdurre gli alimenti nel lattante?

Svezzamento: come introdurre gli alimenti nel lattante?

Svezzamento: come introdurre gli alimenti nel lattante?

In genere il lattante a 6 mesi ha un intestino completamente maturo per cui è pronto a ricevere cibi solidi. Diversi Organismi e Società scientifiche internazionali consigliano di attendere quest’età per iniziare a introdurre nella dieta alimenti solidi o semi-solidi. Non ci sono modi o cibi consigliati per iniziare il divezzamento (aggiungere progressivamente alimenti solidi durante l'allattamento).

Le indicazioni da scienza e organizzazioni sanitarie

Secondo il Ministero della Sanità “va favorita l’interazione tra le preferenze della famiglia, le indicazioni del pediatra ed il contesto socio-culturale e tradizionale per aiutare il bambino a formarsi un proprio gusto e le scelte alimentari personali nell’ottica di un'alimentazione corretta”. In pratica sono molti i cibi solidi che si possono dare al bambino e non è utile seguire il criterio di introduzione progressiva secondo il grado di allergenicità. Le più recenti e autorevoli evidenze sperimentali non convalidano sul piano scientifico la tesi secondo cui i bambini a rischio di sviluppare allergie o celiachia dovrebbero seguire uno schema di divezzamento diverso da quello comune.

Favorire il contatto col cibo

I cibi vanno dati con il cucchiaino, senza forzare, consentendo di toccare il cibo nel piatto e mangiare con le mani. Se non ama mangiare qualche cosa non si deve insistere ma è bene riproporlo, magari preparato in modo diverso qualche giorno dopo. Si devono alternare cibi di diverso colore, sapore, consistenza. È importante che il bambino mangi con la schiena dritta, meglio sul seggiolone, sia per permettergli di partecipare attivamente al pasto anche toccando e pasticciando con il cibo, sia per evitare il rischio di soffocamento. In questo periodo il bambino deve bere acqua, in aggiunta al latte, evitando bevande con zuccheri aggiunti perché predispongono allo sviluppo di carie e all’obesità. Il latte vaccino non è raccomandato nel primo anno di vita in quanto rischia di sbilanciare l’apporto proteico complessivo e perché può causare carenza di ferro.

Parola d’ordine: varietà

Entro i 9 – 12 mesi il bambino dovrebbe avere assaggiato molti cibi diversi,  essersi abituato ad un’ampia varietà di sapori, a consumare oltre al latte altri 2 pasti principali (pranzo e cena) e uno o due spuntini. Le porzioni vanno adeguate all’età del bambino. Per un controllo ottimale del peso è bene sentire il pediatra. Dopo l’anno il bambino può mangiare quasi tutto quello che mangiano i famigliari avendo cura di preparare il pasto con poco sale, poco zucchero e in forma facilmente masticabile. Se non è più in corso l’allattamento materno può essere introdotto il latte vaccino in quantità comunque non superiori ai 400 ml al giorno per non eccedere nell’assunzione di proteine. L’apporto energetico complessivo, tra 1 e 3 anni deve essere ripartito, secondo le recenti indicazioni dei “Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti  ed energia per la popolazione” (LARN) – IV revisione 2014 per il 50% da carboidrati, per il 40% da grassi e solo per il 10%  da proteine.

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