Dengue: c'è da preoccuparsi?
Una patologia da conoscere meglio

di Manola Bernardi
20-09-2023

Nell'agosto scorso, molti giornali hanno riportato la notizia di un caso di dengue a Feltre, nella nostra provincia. Nel mondo attuale, spaventato dalla pandemia di Covid e dai seguenti lockdown e susseguirsi di zone rosse e limitazioni alla socialità, questa notizia ha allarmato le persone più sensibili. Ma cos'è la dengue? Quali conseguenze può avere? Come ci si può difendere?
Cos'è la dengue?
La Dengue è un malattia febbrile acuta dovuta all'infezione di un arbovirus (tipologia di virus) e trasmessa dalle zanzare del genere Aedes. Ogni anno si verificano oltre 50 milioni di infezioni da dengue, nella maggior parte dei pazienti la dengue è autolimitante, solo una piccola parte progredisce verso una malattia grave L'infezione infatti può essere asintomatica o presentarsi con sintomi che vanno da febbre lieve, ma può arrivare fino a shock e portare alla morte.
Quali sono i sintomi della dengue?
L'OMS nel 2009 definisce una probabile dengue l'insieme delle seguenti situazioni:
- vivere o viaggiare in un'area endemica
- avere la febbre (in genere si presenta da 4 a 10 giorni dopo l'esposizione)
- presentare ≥ 2 dei seguenti sintomi: nausea o vomito, eruzione cutanea, dolori, leucopenia (abbassamento dei globuli bianchi)
La sua forma più preoccupante, ovvero la dengue con segnali di pericolo, è quella che oltre ai segni precedenti, porta con sè anche uno dei seguenti:
- dolore o dolorabilità addominale
- vomito persistente
- accumulo di liquidi
- sanguinamento delle mucose
- letargia o irrequietezza
- ingrossamento del fegato
- aumento dell'ematocrito con rapida diminuzione della conta piastrinica
Come si cura la dengue?
I pazienti con probabile dengue grave, quelli con comorbilità e i pazienti incapaci di rimanere idratati con l'assunzione orale vanno ricoverati. I pazienti senza segni premonitori gravie, che possono rimanere idratati con l'assunzione orale, possono essere gestiti da casa con un follow-up quotidiano. Il trattamento prevede cure di supporto, come riposo, paracetamolo come antidolorifico (evitare l'aspirina o altri farmaci antinfiammatori non steroidei [FANS]), un'adeguata idratazione per via orale se tollerata o endovena.
Si può morire di dengue?
Sì, di dengue si può morire e il rischio è mediamente più alto rispetto all'influenza stagionale. Il rischio di mortalità è tuttavia difficile da valutare, nelle Americhe, ad esempio, è stato di 0,042% - 0,061% tra il 2016 e il 2018. Nella regione del sud-est asiatico i tassi di mortalità invece sono di circa l'1%, tuttavia variano a seconda dell'epidemia e della località.
Come possiamo difenderci?

La diffusione della dengue è attribuita all'espansione della distribuzione geografica di 4 virus della dengue e vettori di zanzare, ritenute il principale meccanismo di contagio. La specie principale di zanzara nella trasmissione del virus è Aedes aegypti. Il genere Aedes aegypti è associato a epidemie in rapido movimento, mentre Aedes albopictus (zanzara tigre) è considerato vettore inefficiente e produce focolai lenti (questo è il caso dell'Italia, dove Aedes aegypti è poco presente). Il periodo di incubazione estrinseco per le zanzare è di 8-12 giorni (dopo aver punto la persona infetta, le zanzare si infettano e possono trasmettere il virus dopo il periodo di incubazione estrinseca), l'ospite funge da serbatoio del virus, nel ciclo umano della trasmissione della dengue, gli esseri umani sono gli unici ospiti-serbatoio conosciuti. Il caso di Feltre fortunatamente non è eligibile a focolaio in quanto la trasmissione non è avvenuta in Italia, ma all'estero, mentre nelle nostre zone non c'è stata trasmissione. La paziente era di origine cubane e gli interventi tempestivi hanno permesso di limitare la diffusione al massimo. L'unico modo di difendersi infatti è proteggersi dalle zanzare attraverso repellenti (questo l'articolo in cui ne parliamo), disinfestazioni e zanzariere. Al momento possiamo dunque dire che non c'è da preoccuparsi, grazie all'azione di monitoraggio, trattamento e disinfestazione. Ma è necessario tenere la guardia alta.
Articoli correlati:

TUMORE AI POLMONI, SEMPRE PIù NEI NON FUMATORI
di Adriano Zampol D'Ortia

SARCOPENIA, UN PROBLEMA DELLA VECCHIAIA
di Domingo Arrigoni

Gli ascaridi, vermi tipici dei climi caldo umidi
di Adriano Zampol D'Ortia

Gli ossiuri, i vermi dei bambini
di Adriano Zampol D'Ortia

Degenerazione maculare
di Adriano Zampol D'Ortia