Gli ossiuri, i vermi dei bambini
Gli ossiuri, i vermi dei bambini
di Domingo Arrigoni
26-10-2022
Gli ossiuri, i vermi dei bambini
Gli ossiuri sono parassiti intestinali facilmente visibili ad occhio nudo. Hanno l'aspetto di vermi tondeggianti di colore bianco-avorio lunghi circa 1 cm. Il contagio avviene portando alla bocca le mani (od oggetti) contaminate dalle uova. Queste, giunte nell'intestino tenue, si aprono.
Dalle uova, alle larve
Le larve iniziano a spostarsi fino all'intestino crasso dove nel giro di 2-6 settimane maturano. Mentre gli ossiuri maschi muoiono appena hanno fecondato le femmine queste sopravvivono dalle 5 alle 13 settimane, aderiscono alla mucosa intestinale e si nutrono con il cibo che giunge nell'intestino. Possono produrre dalle 11 alle 16 mila uova. Quando le uova sono mature le femmine si staccano dalla parete dell'intestino e si muovono verso l'ano, soprattutto nelle ore notturne, per deporre le uova nelle pieghe della pelle, poi muoiono in meno di mezz'ora.
Le uova contengono vermi che dopo 4-6 ore dalla deposizione sono in grado di infettare una persona. In questa fase è frequente l'autocontagio in quanto è facile portare alla bocca le mani dopo aver grattato l'ano a causa del prurito.
Il contagio è molto facile in famiglia e in comunitÃ
Se una persona infetta tocca con le mani sporche lenzuola, biancheria intima, asciugamani, sedili, giocattoli o altri oggetti trasferisce sopra di essi le uova che possono quindi infettare un'altra persona. Le uova sono particolarmente resistenti e sopravvivono 2-3 settimane. La malattia è molto diffusa negli asili perché i bambini piccoli mettono spesso in bocca le mani, i giocattoli e altri oggetti.
I sintomi dell’infezione da ossiuri
Nella maggior parte dei casi l'infezione da ossiuri non provoca disturbi, ma se i vermi sono molti, di notte si sente prurito nella zona anale o anche dolori addominali dovuti alla migrazione degli ossiuri lungo l'intestino. Sono inoltre possibili a causa della riduzione del sonno o dei risvegli notturni irritabilità, insonnia, digrignamento dei denti (bruxismo), convulsioni.
La diagnosi avviene individuando direttamente il parassita oppure attraverso un esame, detto “scotch test”, che consiste nell'applicare del comune nastro adesivo trasparente sulla pelle intorno all'ano per poi osservarlo al microscopio.
Cura e prevenzione
Il modo migliore per prevenire il contagio è quello di lavare accuratamente le mani con acqua e sapone dopo essere andati in bagno, prima di cucinare o di mangiare, evitare di portare le mani alla bocca, non utilizzare gli stessi asciugamani nel caso in cui un familiare sia stato contagiato. Oltre alla terapia farmacologica (si utilizzano il mebendazolo, l'albendazolo e il pirantel pamoato) è bene cambiare frequentemente la biancheria intima e gli abiti, le lenzuola, lavare gli indumenti ad almeno 60 °, mantenere le camere ben illuminate durante il giorno perché le uova sono sensibile alla luce del sole.
Bibliografia:
1ISS Istituto Superiore di Sanità
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