La verità sullo smaltimenti corretto dei farmaci

Ce lo dice un sondaggio effettuato da Ipsos nel 2022

Abbiamo già parlato del ruolo di educatore del farmacista nel consigliare ed aiutare il cittadino ad effettuare una corretta raccolta differenziata e smaltimento dei farmaci scaduti, avariati e/o inutilizzati (questo l'articolo che abbiamo dedicato nella sezione "Sostenibilità"). Vediamo quali sono i numeri italiani del corretto smaltimento dei medicinali.

Tra il dire e il fare: un sondaggio mette il dito nella piaga

Ce lo dice uno studio condotto da IPSOS su un campione di cittadini nel 2022 che aveva lo scopo di conoscere ”Il viaggio del farmaco dalla sua gestione alla conservazione, fino allo smaltimento dei farmaci esausti e di quelli scaduti”. La corretta destinazione del farmaco scaduto è il ben noto contenitore speciale che tutti noi conosciamo, posto all’esterno delle farmacie e in zone strategiche dei nostri paesi. La gestione della raccolta, conservazione e conferimento di questo rifiuto speciale è a carico dei Comuni tramite consorzi o ditte specializzate, dopo opportuni appalti. Ma realmente dove conferiscono gli italiani loro medicinali scaduti? Vediamolo nel dettaglio.

La realtà dei fatti: come gli italiani smaltiscono i medicinali scaduti

Vediamo come gli italiani smaltiscono davvero i medicinali scaduti, stando allo studio condotto da IPSOS su un campione di cittadini:

  • 50% negli appositi contenitori speciali all’esterno delle farmacie o altrove
  • 3% nelle isole ecologiche o in piattaforma ecologica
  • 2% nei rifiuti indifferenziati
  • 1% in ambulatori o strutture sanitarie.

Dunque, la gran parte della popolazione intervistata, oltre il 50%, conferisce giustamente il rifiuto farmaco in contenitori e luoghi corretti. Questo significa, dall'altro punto di vista, che più del 40% li smaltisce in modi alternativi, non del tutto leciti o realmente pericolosi e fuorilegge. Vediamo invece qualche numero sulla reale consapevolezza di quello che viene consegnato:Vediamo invece qualche numero sulla reale consapevolezza di quello che viene consegnato. Il 71% degli intervistati dichiara di non sapere esattamente cosa va buttato nel contenitore speciale, il 40% afferma che va buttata l’intera confezione (contenitore + farmaco), il 9% il contenitore vuoto di alluminio, 7% il blister vuoto. Circa un terzo dichiara inoltre la difficoltà di sapere dove sono i contenitori, il 30% non sa dove conferire la restante parte riciclabile ed il 29% non sa come smaltire siringhe, bende, cerotti, tamponi, bustine vuote dei farmaci, ecc…Circa un terzo dichiara inoltre la difficoltà di sapere dove sono i contenitori, il 30% non sa dove conferire la restante parte riciclabile ed il 29% non sa come smaltire siringhe, bende, cerotti, tamponi, bustine vuote dei farmaci, ecc…

In conclusione

Alla luce di questi risultati, possiamo dire che gli italiani hanno una scarsa conoscenza su come comportarsi e questo non aiuta certo la gestione personale e famigliare del corretto smaltimento. Si evidenzia dunque un grosso problema di informazione e comunicazione. Se il cittadino da un lato si informa, soprattutto in farmacia, tramite opuscoli, internet, social network o dal proprio medico di medicina generale, ci chiediamo: chi in realtà dovrebbe provvedere ad una corretta e costante educazione sulla Raccolta Differenziata?
Le Amministrazioni pubbliche “in primis”, le Aziende appaltatrici, i Consorzi e nel caso nostro anche il Ministero della Salute. Il rischio  che corriamo è che i farmaci scaduti, rifiuti speciali e talvolta pericolosi, comunque inquinanti, vengano dispersi nell’ambiente (nelle acque di scarico, nei terreni delle discariche abusive o nell’aria, perché bruciati) per mancanza di informazione, educazione ambientale e consapevolezza sul loro corretto smaltimento. Pensiamo solamente alla presenza nell’ambiente di residui di antibiotici umani e veterinari, correlata al terribile problema dell’antibioticoresistenza, che solo in Italia provoca migliaia di morti all’anno. Se tutti facessimo la nostra parte, come ci invita anche Papa Francesco, almeno un piccolo passo per aiutare questa nostra martoriata Madre terra potremmo farlo insieme. E noi farmacisti siamo più che disponibili!

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