La cannabis terapeutica: quali patologie, in quale forma?

Burro, olio, capsule... tante vie, per un'unica pianta

Esistono 3 tipi di Cannabis Sativa L. (nome botanico latino), che si dividono in :

- indica

- sativa

- ruderalis

E’ una pianta presente in molte culture e tradizioni, utilizzata per scopi religiosi, medici e voluttuari (ovvero a scopo di sballo). I numerosi principi attivi contenuti in questa “storica“ pianta l’hanno portata alla ribalta negli ultimi anni, dividendo il mondo scientifico sulla sua efficacia e il suo utilizzo in terapia. La canapa terapeutica è già disponibile nel bagaglio terapeutico di medici e specialisti in molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Israele e Canada. Dal 2015 in Italia, in assenza di medicinali regolarmente registrati e commercializzati, è consentito il loro allestimento in farmacia. Attualmente la pianta è reperibile con varie titolazioni di THC (tetraidrocannabinolo) e CBD (cannabindiolo) e come specialità medicinali preconfezionate.

La complessità di una pianta medicinale

La cannabis contiene al suo interno tantissime sostanze: i cannabinoidi (di cui fanno parte CBD e THC, ma attualmente ne sono stati isolati più di 110), terpeni (dotati anch’essi di attività terapeutiche, sebbene non ben distinte e identificate), flavonoidi, alcaloidi, clorofille, etc. per un totale di oltre 700 sostanze. Questo grande insieme di molecole di vari tipi e con azioni specifiche differenti è detto fitocomplesso ed è presente in molte piante medicinali. La sua caratteristica fondamentale è che spesso l'azione terapeutica di un fitocomplesso è maggiore rispetto a quella di ogni singola sostanza che ne fa parte. Per questo motivo, si dice che il fitocomplesso non va separato ed è meglio usarlo nella sua ricchezza anzichè estrarre le sostanze che lo compongono ed usarle separatamente.

In quale forma assumerla?

La cannabis può essere assunta in molti modi diversi; sebbene fumarla sia il più conosciuto, non è quello raccomandato, per la sua variabilità di assorbimento e per gli effetti collaterali legati all'inalazione dei composti frutto di combustione. I metodi raccomandati e noti di somministrazione delle infiorescenze femminili essiccate ad uso terapeutico sono due, orale ed inalatorio, ovvero per bocca e attraverso il naso.
Vediamo quali sono le varie forme in cui può essere assunta:

- per via orale - tisana (decotto), capsule decarbossilate ad uso orale, capsule apribili per tisana con polvere micronizzata, olio, resina, tinture alcoliche e glicoliche, estratti CO2, edibili (es.         biscotti, cioccolatini, cannabutter ovvero burro di cannabis, succhi, cannabis cruda);

- per via inalatoria: vaporizzazione attraverso apparecchi simili ad aerosol, vaporizzazione tramite sigaretta elettronica;

- uso esterno (topico) - creme, olio, gel, colliri.

Quali sono i campi di utilizzo della cannabis?

In merito a questo argomento il dibattito è molto acceso ed attuale . Si va dalle patologie rare e/o degenerative sino all’utilizzo locale come antidolorifico o cosmetico. Gli studi tutt’ora aperti d’interesse scientifico riguardano soprattutto la terapia del dolore ed alcune malattie cronico-degenerative. La Cannabis è stata studiata per numerose applicazioni terapeutiche, alcune delle quali le elenchiamo di seguito. In grassetto ci sono le patologie riconosciute come “usi consentiti” dal Decreto 9 novembre 2015. Con la definizione "usi consentiti" non s'intende tanto "indicazioni terapeutiche" né "autorizzate", ma appunto utilizzi ammessi dal ministero):

  • Dolore (neuropatico, oncologico, cronico)
  • Spasticità da Sclerosi Multipla
  • Nausea e vomito in chemioterapia
  • Stimolazione appetito nell'AIDS o cancro o anoressia nervosa
  • Sindrome di Tourette
  • Glaucoma resistente
  • Epilessia
  • Fibromialgia
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn, colite ulcerosa)
  • Sindromi ansioso-depressive
  • Sindromi da astinenza nelle dipendenze
  • Spasticità nelle lesioni midollari (tetra/paraplegia)
  • Traumi cerebrali
  • Ictus
  • Cancro al cervello, alla prostata, al seno, ai polmoni
  • Leucemia
  • Artrite reumatoide
  • Allergie
  • Asma bronchiale
  • Malattie autoimmuni (lupus eritematoso)
  • Malattie neurodegenerative (morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson)
  • Patologie cardiovascolari
  • Schizofrenia

Frontiere ed orizzonti

Pur non essendo ancora stato attuato alcun processo di legalizzazione, attualmente il Ministero permette a specialisti e medici, fatte le opportune valutazioni cliniche, di prescrivere la Cannabis come specialità medicinale, infiorescenze per inalazioni o infuso/tisana, capsule ed olio in gocce. Il farmacista è autorizzato a preparare le relative formulazioni con ricetta medica speciale, per dispensarle al paziente o tramite il Servizio Sanitari Regionale o in regime privato, dunque a pagamento.

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