Pelargonium sidoides e coronavirus: un uso possibile?

Un farmaco da banco può essere utile contro il Covid

Pelargonium sidoides (kaloba) e coronavirus: un uso possibile?

La recente Pandemia da coronavirus Covid-19 ha stimolato ed accelerato la ricerca di  possibili rimedi in tutte le direzioni, senza trascurare neppure le sostanze di origine vegetale. Diversi sono stati gli studi intrapresi in molti paesi, specialmente con piante africane e della tradizione cinese. I risultati sono ancora in fase di elaborazione per la complessità della materia e per la mole di conoscenze ancora limitata sul Sars-Cov2. 

Una pianta tradizionale con molte proprietà

Una pianta già nota per le sue proprietà, utilizzata anche come farmaco di libera vendita in Italia ed altri Paesi Europei, al fine di alleviare i sintomi tipici delle malattie stagionali da raffreddamento è il Pelargonium sidoides o geranio africano.

La pianta ha un odore pungente, molto simile a quello del geranio sui nostri balconi. I guaritori delle popolazioni zulù hanno  dato al decotto  della radice di Pelargonium un diverso nome: "Umckaloabo”, parola che racchiude in sé un mix di due termini che significano “cura dei polmoni” e "malattia al torace". Da qui è derivato il nome Kaloba, disponibile sia in sciroppo per bambini che in compresse per gli adulti. Kaloba presenta diverse proprietà :

• attività antivirale ed antibatterica

• azione fluidificante mucolitica legata all'azione secretomotoria, che consiste nel facilitare

i movimenti delle ciglia delle cellule dell’epitelio dei bronchi (cellule che hanno lo scopo

fisiologico di garantire una continua pulizia delle vie aeree), promuovendo l’espulsione di

muco.

• efficacia documentata in tonsilliti, rino-sinusiti e faringiti.

Limitati effetti collaterali, per un impiego in pieno sviluppo

La sua composizione fitoterapica non presenta alcun effetto collaterale e studi clinici condotti su adulti e bambini ne dimostrano l’ampia tollerabilità. Sembrerebbe dunque che Kaloba possa essere in grado di attivare sia le cellule immunitarie che i meccanismi di difesa antagonisti delle infezioni. Nel caso di infezione da Covid19 un’idea terapeutica potrebbe indicare il suo uso nei primissimi sintomi. Ricordiamo che tra le controindicazioni c’è la gravidanza e l’uso nei pazienti in trattamento anticoagulante o che soffrano di sanguinamenti frequenti.

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