Altea, una pianta comune dalle proprietà uniche

Tra i migliori antitussivi di origine vegetale, l'altea è ancora molto usata

Cenni storici

L’altea, conosciuta anche come “bismalva”, “malvacchione” o “malvone”, ha una storia che parte da Teofrasto, vissuto ben 200 anni prima di Cristo. E’ proprio lui infatti che vide la sua grande capacità di rendere l’acqua opalescente. Questa caratteristica è data dalle mucillagini, di cui le radici di altea sono molto ricche. Le popolazioni greche e latine le diedero il nome di “Althein” (curare, guarire), proprio perché ne utilizzavano il succo come rimedio per la tosse. Carlo Magno la incluse nei suoi “capitolari” per diffonderne l’impiego terapeutico oltre che quello ornamentale.

Habitat e caratteristiche botaniche

L’altea è una pianta erbacea pelosa e cespugliosa, i suoi grandi fiori hanno petali di colore variabile dal roseo al porporino, o dal giallo al bianco. Si tratta di una pianta diffusa in gran parte dell’Europa, ama i luoghi umidi, le rive dei fossi, i canali, gli argini, le zone ombrose intorno alle case di campagna. Vive anche in presenza di acque salmastre, da 0 a 1200 metri sul livello del mare.

Contenuto e proprietà medicamentose

L’elevato contenuto di mucillagini, che nelle radici arriva fino al 30%, è alla base del potere emolliente di questa pianta, largamente utilizzata come decongestionante del cavo orale e delle vie respiratorie. E’ un ottimo espettorante ma anche un buon sedativo negli attacchi di tosse stizzosa sia per bambini che per adulti. Questa sua proprietà lenitiva ed emolliente è citata anche nella monografia dell’EMA (European Medicinal Agency) dedicata alla pianta. Anche nel sistema digerente trova applicazioni terapeutiche, svolgendo un’utile azione emolliente e disinfiammante dell’apparato digerente con azione diretta su gastrite e ulcera gastrica.

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